Su proposta della sezione Anpi di Vasto, il Consiglio Comunale ha approvato la mozione che intende regolare le concessioni degli spazi pubblici nel pieno rispetto dell’ordinamento legislativo italiano vigente (Legge 645 “Scelba” del 20 giugno 1952 e la Legge 205 “Mancino” del 25 giugno 1993) e nel rispetto dei valori della Costituzione e dalla XII disposizione transitoria e finale, secondo cui “è vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”.
Nello scorso autunno l’Anpi Vasto e l’Arci avevano inviato una lettera aperta all’Amministrazione comunale della città in cui chiedevano di adeguare i regolamenti comunali, subordinando la concessione di suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del Comune, a dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti sanciti dall’ordinamento repubblicano e di non concedere spazi pubblici a coloro i quali non garantiscono di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti.
“L’approvazione della mozione è la conferma del fatto che resiste un radicamento dei valori fondanti della nostra democrazia, nati dalla lotta antifascista contro la dittatura della violenza, del razzismo e della repressione.” Lo dice Domenico Cavacini, Presidente dell’Anpi Vasto. “Ci è dispiaciuto rilevare la non unanimità del voto, che su temi come questo, resta un atto dovuto ed inopportuni i termini di discussione portati avanti da qualche consigliere, espressione di un atteggiamento irrispettoso della nostra Costituzione. Chi amministra la cosa pubblica non deve dimenticare che i neofascismi ed i neonazismi continuano a diffondersi in Europa, insieme a ripetuti episodi di intolleranza e violenza. Atti come quello di ieri devono richiamare le istituzioni democratiche al proprio compito di vigilanza, perché in gioco non c’è la libertà di opinione. Il fascismo non è un’opinione come le altre perché è un’opinione che nega tutte le altre.”
La mozione ha visto il voto favorevole di tutta la maggioranza, l’astensione dei consiglieri del movimento 5 stelle e la non partecipazione al voto del centro destra.